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Sono
25 i capolavori della collezione privata
che la famiglia Agnelli ha donato a Torino.
Saranno esposti nella nuova Pinacoteca Giovanni
e Marella Agnelli, al Lingotto di Torino,
che venerdi' 20 settembre sara' inaugurata
dal presidente della Repubblica Carlo Azeglio
Ciampi. John Philip Elkan, nipote dell'Avvocato,
a nome della Fondazione Giovanni e Marella
Agnelli, alla quale si deve la realizzazione
della Pinacoteca, ha presentato il progetto.
La galleria sorge sulla pista del Lingotto
dove si provavano le vetture Fiat ed e'
stata progettata da Renzo Piano, l'architetto
al quale si deve la trasformazione di tutta
l'ex fabbrica: uno spazio di 450 metri quadrati,
con il tetto di lamelli di cristallo orientabili
che diffondono la luce sugli spazi espositivi.
La Pinacoteca e' gestita da Palazzo Grassi,
la fondazione culturale della Fiat. ''Mi
sentivo in colpa - spiega l'avvocato Agnelli
nella prefazione al catalogo Bompiani -
verso la mia citta' che mi ha dato tanto.
Anche mia moglie Marella insisteva. Quindi
abbiamo lavorato a questo progetto: un centro
per rivitalizzare un'area cruciale, per
trapiantarla nel cuore del mondo futuro.
Il filo tra le opere e' il piacere che si
prova nel guardare. Il pubblico che visitera'
la Pinacoteca del Lingotto incontrera' un
perimetro di Torino che ho sempre molto
amato, rinchiuso tra le Alpi e la collina''.
I Matisse raccolti al Lingotto sono una
collezione unica in Italia: dalla ''Femme
et anemones'' del 1937 al ''Tabac Royal''
del 1943. Nella Pinacoteca ci sono anche
due opere di Picasso: l'''Homme appuye'
sur une table'', dipinto fra il 1915 e il
1916, che l'Avvocato racconta di avere acquistato
quasi casualmente da un amico che voleva
venderlo per comprare casa in Sardegna,
e ''L'etaire''. Amedeo Modigliani e' rappresentato
dal ''Nu couche'''. Ci sono anche opere
di Manet e Renoir, due gessi di Canova.
E c'e' un quadro di Balla: la ''Velocita'
astratta'', opera futurista realizzata nel
1913. Agnelli lo presto' alla mostra ''Novecento''
che si tenne nei primi mesi del 2001 nelle
Scuderie papali del Quirinale. La Pinacoteca
non e' organizzata in modo tradizionale.
Renzo Piano ha voluto seguire il modello
americano del ''Museum education'' che utilizza
i musei e le pinacoteche come strumento
didattico per i giovani: non solo un'esposizione
di grandi opere d'arte da ammirare, ma un
percorso da seguire con razionalita'. Marella
Agnelli, come dice l'Avvocato, ha voluto
che non si seguisse un criterio accademico
negli abbinamenti delle opere, ma si operasse
con freschezza e originalita' come avviene
nella casa del collezionista piu' che nel
tradizionale museo ottocentesco. E a tutti
coloro che visiteranno la Pinacoteca l'Avvocato
ricorda che ''la creativita' e' il piacere
piu' grande''.

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